Introduzione

Il nome di Alfred Adler a differenza di quelli di Freud e Jung non è molto conosciuto. I motivi sono legati a più fattori, tra cui la diffusione degli scritti e i canali di comunicazione. Gli scritti di Adler sono stati, fino a pochi anni fa, estremamente limitati, spesso mal tradotti; questo ha impedito di comprendere la reale natura e la profondità del suo pensiero.

Gli scritti disponibili non consentono però di conoscere la tecnica della terapia. L'unico capitolo in cui Adler tratta l'argomento è estremamente conciso e non illustra il suo metodo originale di fare terapia. Questo è stato tramandato oralmente e soltanto coloro che hanno avuto la possibilità di seguire Adler e di osservare il suo modo di rapportarsi con i pazienti, hanno appreso la sua tecnica di terapia che si discosta radicalmente da quelle proposte dagli psicanalisti.

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare una delle persone che si è formata con coloro che avevano acquisito la tecnica direttamente da Adler: Henry T. Stein, Ph.D., Analista, Formatore Senior e Direttore dell'Alfred Adler Institute of Northwestern Washington. Questa formazione ha inciso profondamente sul nostro approccio terapeutico grazie all'introduzione al Metodo Socratico e ha integrato le conoscenze teoriche con alcuni elementi fondamentali.

Alfred Adler propone una teoria, una filosofia e una strategia di cura originali che permettono ai terapeuti di promuovere il cambiamento profondo. Questo non si limita ad alleviare i sintomi, ma fa emergere il movimento psicologico mediante la focalizzazione della meta finale finzionale e della controfinzione che lo mascherano. La capacità di cooperazione raggiunta mira all’uguaglianza sociale e alla vita democratica.

Introdurre la teoria adleriana non può essere certo condensato in una pagina. Il pensiero di Adler si è differenziato sin dall’inizio da quello di Freud e della psicoanalisi anche se è nota la sua partecipazione sino al 1912 alle riunioni della Società Psicoanalitica viennese.

Come evidenziato da Rattner (Josef Rattner, “Alfred Adler”, Traduzione di L. Ferdano Pierucci, Emmebi Edizioni, Firenze 2011) “L'approccio di Adler all'essere umano è stato fin dall'inizio completamente diverso da quello freudiano. Più che costruire una struttura scientifica era attento a comprendere gli uomini e il loro ambiente. Per questo non è possibile fare un confronto tra Il temperamento nervoso e qualsiasi opera di Freud”.

Questa grande differenza viene analizzata in modo approfondito da Longford (Sidney Longford, "La rivoluzione copernicana di Alfred Adler", Riv. Psicol. Indiv., n.38, pp 11-28, 1995) che nel suo articolo scrive “Ecco l'eresia adleriana: il Sé si manifesta (attraverso, e) nell'azione. Con tale concetto Adler assunse coraggiosamente una nuova posizione: abbandonò l’«io penso», e la preminenza della teoria, per l'«io faccio», asserendo così il primato della pratica e concentrando l’attenzione sull’azione quale strumento per comprendere l'essere umano. Come afferma Dreikurs, «Le azioni sono l'unica guida certa per comprendere la personalità [...]. Dobbiamo deciderci a considerare tutto il resto un mero ornamento» (8. p. 58): faccio, dunque sono!

Solo la lettura della sua opera e di quella degli autori che si sono dedicati alla sua sistematizzazione ed approfondimento (Ansbacher, Sicher, Mueller, Bruck, de Vries, Stein ed altri) permette di giungere ad una piena comprensione della natura e della dimensione della sua teoria e del suo approccio all’essere umano ed al mondo.

Adler afferma che l’analisi dello stile di vita di una persona evidenza che pensieri, sentimenti, emozioni e comportamenti sono subordinati al nostro modello coerente di gestione delle persone e dei compiti; ogni aspetto della personalità è rivolto nella stessa direzione; la personalità dell’individuo è unica.

La persona fa una ricerca orientata al futuro che ha come meta il significato o il successo. Nelle persone sane l’obiettivo assume un significato socialmente utile o mirante a superare le difficoltà. Le persone che hanno un problema psichico, mirano verso un obiettivo irrealistico di superiorità. Il fisiologico sentimento d’inferiorità del bambino lo induce a individuare una meta finale finzionale, che all’intero della sua logica privata gli sembra garantire sicurezza e successo. Quanto maggiore è il sentimento di inferiorità, tanto più in alto egli collocherà la "meta"; questa diventa la "causa finale" del modello di comportamento.

Anche se fattori ereditari e culturali possono assumere qualche rilievo nella costruzione della meta questa nasce dal potere creativo dell'individuo ed è unica. In genere, le persone non sono pienamente consapevoli della meta. La Psicologia Individuale fornisce gli strumenti per smascherare la meta fittizia.

Secondo Adler ogni essere umano ha la capacità di imparare a vivere in armonia con la società. Questo potenziale innato di connessione sociale deve essere sviluppato. L'interesse e il sentimento sociale comportano un "miglioramento sociale", non sono un semplice adeguamento. La vera sicurezza si fonda sull’esistenza di un profondo senso di appartenenza e di radicamento all’interno del flusso dell'evoluzione sociale in una dimensione temporale longitudinale e trasversale.

L'essere umano nella sua unicità è parte di un sistema più grande: la famiglia, la comunità, l'umanità intera, il mondo, il cosmo. È in questi ambiti dobbiamo affrontare i tre compiti vitali: occupazione, amicizia, amore e sesso. La costellazione familiare, è il primo sistema sociale con cui veniamo in contatto e diventa il prototipo della nostra visione del mondo e del nostro atteggiamento nei confronti della vita.

La salute mentale comporta l’acquisizione di un sentimento di connessione sociale e della volontà di crescere contribuendo al benessere degli altri. Se queste non sono state sviluppate in modo adeguato, siamo condizionati dal sentimento di inferiorità e dal bisogno di compensarlo con un atteggiamento di superiorità. In questo caso la meta finale fittizia inconsapevole è centrata su di sé e sull’esigenza di usare gli altri. Solo quando il sentimento di connessione e la volontà di contribuire sono più forti, si manifesta un sentimento di uguaglianza e la meta sarà sganciata da sé e di vantaggio per gli altri.

Rattner (op. cit.) ricorda anche che “Adler vedeva nell'educazione la base della formazione del carattere e per tutta la vita si dedicò ad usare la propria opera per l'educazione del bambino”. Per questo motivo una parte del sito è stata dedicata alla prevenzione nella dimensione in cui egli la vedeva.

Gli altri contenuti del sito introducono la Psicoterapia Adleriana Classica del Profondo (CADP), che a nostro giudizio è quella che fornisce la visione più completa e corretta della teoria di Alfred Adler.

Questo perché anche se Adler aveva ottenuto un riconoscimento mondiale nel corso della vita, dopo la sua morte nel 1937 la comprensione corretta delle sue idee negli Stati Uniti si ridusse, in gran parte a causa del numero limitato dei suoi lavori clinici tradotti; interpretazioni distorte della sua teoria, filosofia e stile terapeutico nei testi accademici; e autori che hanno cercato di semplificare e sistematizzare il suo approccio. Sebbene molti clinici abbiano letto i suoi scritti più conosciuti, pochi hanno studiato i suoi lavori clinici. Alcuni hanno persino estratto parti della teoria di Adler e li hanno inseriti in un quadro eclettico, perdendo l'obiettivo costituito dalla sua visione integrata e contraddicendo le sue opinioni. Il suo stile di trattamento era caldo, gentile e creativo, non freddo, aggressivo e sistematico. La personalità e l'atteggiamento del terapeuta devono essere pienamente coerenti con la filosofia di Adler. Clinici, formatori e autori che si discostano da questo promuovono il proprio approccio, non quello di Adler. Semplificazioni e distorsioni di altri autori hanno indotto a credere che una serie di approcci "adleriani" siano ugualmente validi.

La psicoterapia adleriana classica del profondo ("Classical Adlerian Depth Psychotherapy" CADP) si fonda sugli insegnamenti e sullo stile di trattamento originali di Adler ed è ispirata anche ai primi adleriani che sono rimasti fedeli alle idee e alle strategie terapeutiche di Adler: Sophia de Vries, Alexander Mueller, Anthony Bruck e Lydia Sicher.

Questo non significa che un intervento psicoterapeutico in linea Adleriana possa essere soltanto finalizzato ad ottenere un cambiamento profondo, il riconoscimento e il dissolvimento della meta e dello stile di vita, in quanto l’approccio psicologico può essere portato nelle più differenti situazioni e con soggetti che non sempre e necessariamente sono in grado di aderire ad un progetto terapeutico di questo tipo. Molte persone hanno bisogno di un semplice supporto in situazioni di crisi, chiedono un aiuto per risolvere i sintomi e si accontentano di questo, hanno delle patologie così gravi che l’intervento psicoterapeutico può soltanto essere una delle componenti della cura dell’individuo.

Soltanto le persone che, avendo acquisito una consapevolezza delle proprie problematiche ed il desiderio di comprenderne l’origine e di modificare in modo profondo le proprie linee, potranno trarre vantaggio da un intervento di profondità quale può essere offerto dalla tecnica della psicoterapia adleriana classica del profondo. Così come coloro che, avendo coscienza dell’esistenza di un disturbo, avendo compreso che tale disturbo è soltanto la punta di un iceberg abbiano il desiderio di andare sotto la superficie per dissolvere quello che sostiene questa punta.

Non entriamo nel merito del confronto con altre tecniche di psicoterapia del profondo in quanto riteniamo che non sia possibile discutere in merito ad un argomento di questo tipo in quanto per poterlo confutare sarebbe necessario averlo prioritariamente praticato, in quanto solo la pratica può fornire una conoscenza profonda di tecniche diverse da quella adleriana.

Ma quello che sappiamo è che la tecnica classica di questo orientamento psicoterapico creato da Adler differisce in modo profondo dalle altre modalità di intervento, in particolare dalla psicanalisi. Uno dei punti di forza dell’intervento adleriano è costituito dall’utilizzo del metodo socratico come strumento per ottenere l’insight. Non è certo l’interpretazione l’elemento che consente di ottenere un cambiamento profondo, né lo è il consiglio, il supporto e la comprensione; il paziente deve rendersi conto personalmente delle proprie problematiche, deve vedere il proprio stile di vita e riconoscere la propria meta finale finzionale; deve riuscire a vedersi queste cose addosso, così come vede i propri abiti. Per fare questo occorre usare degli strumenti che lo guidino verso questo tipo di consapevolezza, in altri termini verso l’insight. Il modo di Adler di rapportarsi con i pazienti, è una modalità dialettica, empatica, che attraverso le domande conduce il paziente a vedersi addosso questo vestito. Questo è l’inizio del cambiamento.

Per questo motivo una sezione specifica del sito è dedicata al Metodo Socratico. Metodo che nasce dallo stile particolare che Adler usava nell'approccio ai pazienti, stile di cui non si trova traccia nei suoi scritti ma che è stato tramandato oralmente da quegli adleriani, tra i quali quelli sopra citati, che hanno avuto la possibilità di avere con lui un rapporto diretto apprendendone in questo modo la tecnica.