"La sfida della scuola materna"

Verso una Migliore Comprensione della Relazione Genitori-Insegnante-Figlio

Di Theodore E. Grubbe, Psicologo nel Distretto della Scuola Elementare di Castro Valley Settembre 196

INTRODUZIONE

Molto è stato scritto e detto sulla funzione unica della scuola materna, e speciali considerazioni sono state fatte su di essa.

Il materiale è generalmente buono e spesso fornisce alla maestra di scuola materna idee, ragguagli e specifiche attraverso cui migliorare il suo programma. L’idea di fornire l’insegnante di materiale relativo alla comprensione dei comportamenti infantili in una scuola materna, spesso lascia molto a desiderare, oppure sono così complicati e difficili da capire che la vera comprensione risulta difficile. Il comportamento non è semplice da comprendere e nessuno è assolutamente certo di nulla, nonostante le numerose ricerche accademiche che vengono continuamente condotte e riportate nella letteratura professionale. Si stanno compiendo progressi, ma la risposta definitiva e assoluta deve ancora arrivare. È interessante notare che le più recenti e avanzate ricerche e le teorie relative alle dinamiche del comportamento umano, tendono a favorire un approccio più sociale per sviluppare una comprensione del "perché" del comportamento.

Lo scrittore, dopo aver saggiato ed essere stato coinvolto nelle molteplici teorie del comportamento e dell'apprendimento con le loro formulazioni molto contraddittorie e contro-contraddittorie, ha scelto un approccio che è stato introdotto per la prima volta nei primi anni del 1900 e sta ora, finalmente, ricevendo il riconoscimento da molte fonti indipendenti e isolate.

All'inizio della sua carriera come psicologo, Alfred Adler, M.D. (1870-1937) respinse l'idea che il comportamento fosse predeterminato e informò in modo educato il suo collega, il dott. Sigmund Freud, delle sue nuove idee. Il Dr. Freud non apprezzò le idee del Dr. Adler, e secondo le persone che erano presenti in quel momento, il Dr. Freud suggerì fermamente che il Dr. Adler non disturbasse l'Associazione psicoanalitica di Vienna con tali concetti inverosimili. Freud ha continuato con il suo lavoro, così come Adler. Ci sono somiglianze tra i due, ma forse la differenza principale è che Adler sentiva che il comportamento era intenzionale e diretto verso una meta, mentre Freud postulava che le persone non potevano fare a meno di agire come facevano a causa dell'inconscio che stava imponendo loro di agire in quel modo. Entrambi concordarono sul fatto che le esperienze infantili avessero degli effetti sull'individuo e che il rapporto del bambino con i suoi genitori fosse importante, ma a quel punto le loro idee iniziarono a divergere.

I concetti presentati in questo documento si basano sull’assunto che il comportamento è intenzionale e diretto verso degli obiettivi. Per coloro che non hanno una formazione in Psicologia, tali idee sembrano essere più legate al buon senso che altro. Per coloro che hanno letto e studiato Psicologia, i concetti possono essere in contraddizione rispetto a ciò che fino a quel momento pensavano. Si spera che almeno gli insegnanti della scuola materna e altri possano acquisire una certa comprensione delle sfide che il bambino di 5 anni deve affrontare.

La prima parte dell'articolo, sulla base delle ricerche fatte, descrive alcune caratteristiche comportamentali del bambino di 5 anni. Lo scopo è di distinguere tra comportamenti che potrebbero essere considerati normali ma, sono rivolti unicamente ad un obiettivo personale, e non ad un’utile collaborazione all’interno del gruppo. Ad esempio, l'attenzione di un bambino di 5 anni non può essere sostenuta a lungo e aspettarsi che rimanga su un compito troppo a lungo, potrebbe avere a che fare con problemi di resistenza fisica piuttosto che rispecchiare problemi di adattamento. La maggior parte degli insegnanti della scuola materna sono ben consapevoli delle caratteristiche del bambino di 5 anni; tuttavia, forse i genitori che leggono questo documento potrebbero non esserlo.

La seconda parte dell'articolo tratta delle dinamiche psicologiche che si verificano con il bambino nella scuola materna. Non sono affatto completi ma, si spera, forniscano una base per una maggiore comprensione. Si include una bibliografia per coloro che sono interessati ad approfondire le dinamiche del comportamento intenzionale.

 

CARATTERISTICHE SIGNIFICATIVE CHE RIGUARDANO I CONTENUTI E LA SELEZIONE DEL MATERIALE

Caratteristiche fisiche:

  • Incessante attività fisica
  • Utilizzo predominante della grande muscolatura
  • Incapace di utilizzare la piccola muscolatura
  • Crescita rapida del cuore; polso accelerato
  • Bassa immunità alle malattie trasmissibili

Sviluppo sociale:

  • Collabora con un numero limitato di bambini
  • Incapace nelle relazioni sociali
  • Evidente consapevolezza di razza e di gruppo
  • Gioco imitativo spontaneo
  • Egocentrico, egoista, competitivo

Interessi:

  • Prevalenza di interessi transitori brevi e specifici
  • Interessi egoistici, egocentrici

Sviluppo mentale:

  • Utilizzo di materiali in gran parte manipolativi e sperimentali
  • Sviluppato della comprensione attraverso la partecipazione attiva e l'esperienza diretta
  • Difficoltà a distinguere tra fantasia e realtà
  • Lento sviluppo del concetto di spazio-tempo
  • Significato delle parole limitato soltanto alle esperienze personali del bambino
  • Utilizzo del linguaggio per affrontare situazioni sociali

(Da Unit Teaching in the Elementary School, pp. 38-43, di Hanna, Potter e Hagman.)

 

LA SFIDA PSICOLOGICA DEL BAMBINO NELLA SCUOLA MATERNA

Il bambino, entrando a scuola, affronta una delle sue prime e più impegnative prove. La scuola è una nuova situazione per lui; rivelerà quindi se il bambino è stato sufficientemente preparato ad affrontare nuove situazioni e in particolare quanto è stato preparato per incontrare nuove persone.

Questo documento non riguarda in particolare il bambino al suo primo anno di scuola, che ha sviluppato un senso di dignità ed è in grado di affrontare efficacemente nuove sfide, ma il bambino scoraggiato che entra per la prima volta a scuola. Nel momento in cui il bambino inizia a perdere la fiducia in sé stesso, è perché lo scoraggiamento ha fatto la sua comparsa. Il bambino scoraggiato si farà rapidamente riconoscere per il suo comportamento. Tenderà ad evitare strade utili [socialmente] e compiti normali. Cercherà continuamente un altro sbocco, una strada per la libertà e l'immediato successo. Sceglierà il percorso che è sempre attraente per l'individuo scoraggiato - il percorso del successo psicologico più rapido. Il primo giorno di scuola, questi indicatori possono essere osservati attraverso il pianto, la riluttanza a lasciare la madre, malumore, eccessiva reazione agli stimoli, testardaggine, risse, bullismo sugli altri bambini e così via. Tutte queste modalità comportamentali, e altre non menzionate, dimostrano che il bambino scoraggiato sta imboccando la strada del successo facile. Questo prende forma con la richiesta di attenzioni da parte della madre o dell'insegnante, manipolando gli adulti per averli come alleati, sia con le implorazioni, la persuasione, dimostrazione di rabbia o dolore, o qualche altro tipo di manipolazione. Ciò è in contrasto con il comportamento del bambino coraggioso che farà affidamento su se stesso e accetterà le responsabilità.

Né l'insegnante né nessun altro può cambiare ciò che è accaduto in passato; tuttavia, se l'insegnante ha sviluppato una consapevolezza e acume nella comprensione del comportamento dei bambini, sarà in grado di aiutarlo a sviluppare un migliore sentimento di utilità sociale. Idealmente, la scuola materna dovrebbe servire da mediatore tra la famiglia e il vasto mondo della realtà. Non dovrebbe essere solo un luogo per l'apprendimento accademico, ma un luogo in cui apprendere la conoscenza e l'arte del vivere. Attraverso la comprensione delle dinamiche del comportamento nei bambini, l'insegnante di scuola materna può reindirizzare il cattivo comportamento dei bambini scoraggiati verso qualcosa di più utile. In realtà, ella è in grado di fare più di qualsiasi altra persona nell’ambito della ristrutturazione del sistema scolastico. Questo, in effetti, conferisce una pesante responsabilità all'insegnante e la sua importanza non può essere minimizzata. Al contrario, l'insegnante di scuola materna che sia carente nella capacità di comprensione può aumentare ulteriormente lo scoraggiamento del bambino sino al punto in cui il problema potrebbe probabilmente continuare per tutto il periodo scolastico e la vita adulta del bambino. È bene sottolineare che saltuariamente ci sono bambini per aiutare i quali si può fare poco a causa di situazioni familiari impossibili; tuttavia, la stragrande maggioranza dei bambini con profondi sentimenti di inferiorità e di inadeguatezza può essere aiutata a funzionare in modo più positivo.

Si suggeriscono i seguenti suggerimenti per fornire all'insegnante di scuola materna una premessa di base per sviluppare la comprensione del comportamento dei bambini. L'insegnante più competente ed esperto può scoprire che questi servono solo ad avvalorare le loro idee, mentre l'insegnante con minor competenza può trovarli utili e considerarli un riferimento di base da cui iniziare a lavorare. Per la base psicologica del pensiero può sembrare estranea assurda in quanto essa differisce in una certa misura dalle teorie più comunemente insegnate, in molte università e college, sul comportamento psicologico.

OGNI COMPORTAMENTO HA UNO SCOPO.

Ogni azione del bambino ha uno scopo. Il suo scopo fondamentale è trovare il suo posto nel gruppo. Il bambino che ha sviluppato un senso di dignità e di uguaglianza; chi è stato preparato per affrontare le sfide della vita; chi ha imparato ad accettare la responsabilità, troverà il suo posto nel gruppo, si adatterà ai requisiti del gruppo a cui darà il suo utile contributo. Il bambino scoraggiato o che si comporta in modo sbagliato cerca nei suoi stessi errori la via per sentirsi importante. Questo potrebbe essere il bambino a cui non è mai stato permesso di prendersi cura di sé stesso in alcun modo, perché sua madre pensava che fosse troppo piccolo, o trovava più facile fare tutte quelle cose che, normalmente lui avrebbe dovuto fare da solo. Il bambino può non avere la sensazione di fornire un contributo utile in famiglia e a scuola, con il risultato che può sentirsi importante solo quando fa arrabbiare, infastidisce o coinvolge l'autorità nel suo comportamento scorretto.

LA COMPRENSIONE DELL'OBIETTIVO O INTENZIONALITA’ DEL CATTIVO COMPORTAMENTO DI UN BAMBINO È UN PREREQUISITO DI BASE PER APPORTARE CAMBIAMENTI POSITIVI NEL COMPORTAMENTO.

Sebbene entro i cinque anni il modello di personalità generale di un individuo sia abbastanza ben definito, è possibile e spesso semplice reindirizzare comportamenti scorretti in comportamenti costruttivi. Per attuare i cambiamenti, tuttavia, l'autorità deve essere consapevole dello scopo o dell'obiettivo del comportamento scorretto e anche avere la maturità per rimanere ragionevolmente obiettiva nel caso di una crisi emotiva, pur mantenendo un interesse amichevole nei confronti del bambino. A cinque anni, il bambino della scuola materna ha sviluppato un’acuta consapevolezza delle reazioni degli adulti al suo comportamento scorretto. Di solito non è consciamente consapevole dello scopo del suo comportamento scorretto, ma in generale è consapevole che ciò che fa scatena un certo tipo di reazione da parte dell'autorità adulta. Ad esempio, il bambino che è noto per disturbare o per la sua insolenza nei confronti dell’autorità, è ben consapevole del fatto che potrebbe avere delle punizioni, quali “farsi lavare la bocca con il sapone” o prendersi una sculacciata o qualcos'altro altrettanto fisicamente spiacevole; tuttavia, cosa ancora più importante, è in grado di provocare efficacemente l'autorità e in realtà controllare e manipolare le emozioni di questa. Il bambino probabilmente conosce i punti vulnerabili e deboli dei suoi genitori molto meglio di quanto i genitori li conoscano essi stessi. Quando il bambino inizia la scuola materna, ha sviluppato molti strumenti e tecniche con le quali trova la scorciatoia per il proprio riconoscimento e per un tipo negativo di ruolo. Nel suo percorso, l'insegnante diventa la sua "vittima" successiva. Tuttavia, se questa è dotata di saggezza, maturità e abilità, il processo può essere rallentato, cambiato e, nella stragrande maggioranza dei casi, l’aspirazione del bambino a comportarsi male può essere generalmente reindirizzata verso l’aspirazione a dare un contributo utile al gruppo o alla classe e alla società. Se nel percorso della scuola materna non sono stati messi in atto dei cambiamenti adeguati l'insegnante [elementare] ha maggiori difficoltà a effettuare cambiamenti positivi perché il bambino ha acquisito più abilità nell'ottenere il successo attraverso il suo comportamento scorretto che, continuerà a persistere e a svilupparsi con intensità man mano che passa il tempo.

Lo scopo o l'obiettivo del comportamento scorretto possono spesso essere scoperti dalle autorità (genitori o insegnanti) osservando la propria reazione al comportamento stesso. Se, ad esempio, l'insegnante è sempre impaziente e infastidita dal bambino che persiste nell’essere sempre l’ultimo a rientrare in classe, lento a mettersi il cappotto, non riesce mai a trovare la cosa giusta al momento giusto, ella può essere ragionevolmente certa che l'obiettivo del bambino è proprio questo: spazientirla e infastidirla. Se l'insegnante (o il genitore) reagisce istintivamente come risposta al suo vissuto soggettivo, il successo raggiunto attraverso il comportamento scorretto viene rafforzato. Non è insolito trovare insegnanti che ricordano continuamente ai bambini di "sbrigarsi" o esprimono insofferenza per la loro lentezza. Se l'insegnante ha avuto il tempo di discutere la questione con i genitori, è molto probabile che a casa sia presente lo stesso tipo di comportamento. Allora, qual è il ruolo dell'insegnante e del genitore?

Quando il bambino si comporta male, è importante non reagire con impulsività. Reagendo, l'autorità tende a rinforzare il problema comportamentale invece di correggerlo. Quando l'autorità fa questo, agisce in linea con le aspettative del bambino. Il bambino si aspetta che l’altro si arrabbi e se questi lo fa, lui ha vinto. Potrebbe non gradire il rimprovero che riceve; tuttavia, lo ha manipolato. Una regola semplice è quella di non fare nulla o di reagire in modo opposto rispetto a quello in cui ci si sente. Ciò annullerà l'effetto del successo del comportamento scorretto e collocherà l'autorità in una migliore posizione per gestire efficacemente il bambino in quella situazione.

CONSEGUENZE NATURALI è un metodo che consente al bambino di sperimentare realisticamente il risultato del proprio comportamento.

Ad esempio, il bambino che perde tempo in classe a riporre i suoi materiali, potrebbe scoprire che la classe è passata a qualche altra attività e viene escluso; o il bambino che gioca e dimentica di venire a cena dopo essere stato chiamato, scoprirà che non è rimasto più nulla da mangiare. Di solito il primo impulso del genitore o dell'insegnante è di fargli fretta e usare l'autorità personale per farsi ubbidire. Se viene seguito il primo impulso, la responsabilità delle azioni del bambino diventa quella dell'autorità piuttosto che del bambino a cui appartiene veramente. Il costante coinvolgimento dell'autorità tenderà solo a rendere il bambino più dipendente e meno in grado di assumersi la responsabilità del proprio comportamento. Se un reale pericolo è implicito nel comportamento scorretto del bambino, potrebbe essere necessario proteggerlo dalla situazione - MA SOLO QUANDO ESISTE UN reale PERICOLO.

L'insegnante della scuola materna di solito è la prima autorità esterna con cui il bambino si confronta. Spesso l'insegnante può chiedere ai bambini di portare qualcosa da casa per partecipare al programma scolastico.  Una vecchia camicia del padre potrebbe essere necessaria per proteggersi dai colori quando si dipinge. In questa fase lo schema della dipendenza può essere rinforzato o reindirizzato per aiutare il bambino ad assumersi la responsabilità del suo comportamento. Se, ad esempio, la madre o il padre persistono nel controllare e fare in modo che il bambino abbia tutto il materiale necessario, egli, di solito, non è stimolato verso ambizioni positive. Se, però, diventa responsabilità del bambino chiedere ai genitori la maglietta o qualche oggetto simile e il bambino si dimentica (e anche se la madre è ben consapevole della necessità del materiale) la conseguenza naturale della sua dimenticanza è che non può partecipare all'attività per cui è richiesto quell'oggetto.

La scuola materna è l'inizio. Se i genitori non lasciano che il bambino si assuma le responsabilità che sono sue (e che è in grado di assumere), lo schema di comportamento potrebbe continuare in prima elementare con i genitori che controllano i compiti e altre cose che sono essenzialmente di sua competenza. Ai livelli scolastici superiori, dove i compiti a casa e altri requisiti esterni sono un aspetto necessario del percorso scolastico, non è raro trovare studenti la cui modalità prevalente per svolgere il proprio compito sia costituita dalla la coercizione da parte delle autorità parentali. A volte questi studenti sono descritti come studenti riluttanti. Oltre a non fare i compiti, possono avere problemi nella lettura e in altre aree scolastiche. Sebbene questa non sia affatto l'unica causa dei problemi di apprendimento, si verifica abbastanza sovente da poter essere considerata estremamente importante.

PER FORMARE UN BAMBINO OCCORRE IL TEMPO NECESSARIO. Al bambino devono essere insegnate i metodi e le capacità fondamentali. Le [buone] maniere sono apprese e devono essere insegnate. L'insegnante di scuola materna deve prendersi il tempo necessario per insegnare ai bambini le norme e i regolamenti che costituiscono parte del gruppo. L'insegnamento dovrebbe essere condotto in modo regolare e con calma fino a quando non viene acquisita la particolare abilità o l'apprendimento richiesti. Non dovrebbe essere fatto durante momenti di conflitto o di stress. Ad esempio, la scuola materna dovrebbe tenere lezioni regolari su come i bambini si devono mettere in fila per l’intervallo, la ricreazione o l'esercitazione antincendio, ecc. Una volta che l'insegnante è convinta che i bambini sappiano cosa ci si aspetta da loro, possono essere utilizzate conseguenze naturali o logiche nei confronti dei loro comportamenti. I bambini possono fare la fila per un'attività di gioco all'aperto e all’improvviso scatenare il caos generale. Forse il primo impulso dell'insegnante è di rimproverare aspramente i bambini, dare loro una lunga lezione sulle regole e imporre le norme. Questa azione da parte dell'insegnante può calmare i bambini che sul momento potrebbero mettersi in fila correttamente, ma cosa hanno imparato? Piuttosto, si suggerisce all'insegnante di non agire d’impulso, ma con fermezza e rapidità, possibilmente senza emotività, e riportare i bambini ai loro posti e continuare con un'altra attività completamente diversa. Risultato: i bambini non hanno avuto la possibilità di manipolare le emozioni dell'insegnante e con il loro comportamento intenzionale non hanno raggiunto il loro obiettivo, perdendo l’occasione di svolgere un'attività che li avrebbe divertiti.

SORDITA’ DEL BAMBINO NEI CONFRONTI DELL’AUTORITA’. Il bambino abituato a lezioni, in cui gli viene costantemente ricordato qualcosa, a cui viene ripetutamente chiesto di fare le cose e che alla fine viene costretto a fare qualcosa, spesso svilupperà un sintomo di sordità che non ha basi mediche. Il bambino può essere “sordo nei confronti della madre” a casa e molto facilmente può diventare "sordo nei confronti dell'insegnante" a scuola, se l'insegnante risponde al comportamento del bambino nel modo che il bambino si attende da lei. Quando è possibile, DIRE LE COSE SOLTANTO UNA VOLTA. Se il bambino non presta attenzione alla regola che solo coloro che hanno la scrivania pulita possono usare i giocattoli, la conseguenza è che non può giocare. Spesso il bambino diventa improvvisamente consapevole di ciò che gli manca; quindi, forse, potrebbe usare un altro strumento, come singhiozzare piangendo, "l'insegnante mi odia ed è cattiva", ecc. per ottenere ciò che vuole. La reazione dell'insegnante dovrebbe essere ferma, esprimere un modesto interesse per la condizione del bambino, e dire che le dispiace, ma che le cose “sono così”.

Nei momenti di vero conflitto, l'azione è molto più efficace della parola. Le discussioni possono avere origine parlando e il bambino può sconfiggere l'autorità in questo caso. Non spiegare mai a un bambino ciò che già sa. Se in classe si verifica un litigio con calci e spintoni che è necessario interrompere (regole della scuola), devono essere intraprese azioni decise e rapide ma non rabbia emotiva e incontrollabile per il comportamento dei bambini.

LA DIGNITÀ DEL BAMBINO. Se l'insegnante della scuola materna e il genitore trattano il bambino come un pari, pur con diverse responsabilità, aumenta la sua opportunità di crescita. La parità in questo senso, non significa che l’autorità sia pari al bambino in termini di abilità, maturità, conoscenza, esperienza o responsabilità; piuttosto, implica che ogni individuo è degno di rispetto e di valore per ciò che è. Ad esempio, se il preside di una scuola è convinto di essere una persona migliore a causa della sua posizione e della sua formazione, l'efficacia della sua leadership è ridotta al minimo. Idealmente, il preside del complesso scolastico dovrebbe sentirsi alla pari degli insegnati a livello personale; tuttavia, il suo ruolo e le sue responsabilità sono diversi. Deve, in quanto parte del suo ruolo, valutare il personale docente e l'insegnamento. Deve prendere decisioni amministrative e, occasionalmente, fornire una leadership didattica. Giudica se gli insegnanti sono efficaci nel loro lavoro, ecc. Tutto ciò non rende il preside una persona migliore o superiore. Il medico presumibilmente conosce molto di più della medicina rispetto al suo paziente, ma questo, ancora una volta, non lo rende una persona superiore - la sua CONOSCENZA è superiore. L'insegnante della scuola materna ha la responsabilità dei bambini della classe. Deve insegnare capacità e conoscenze. Deve valutare e disciplinare. Deve verificare che le norme vengano rispettate; ma se tratta il suo studente come inferiore, l'apprendimento è bloccato.

ACCETTARE IL BAMBINO PER COME È. Il bambino che scopre che i suoi modi di comportarsi male non gli stanno dando ciò che desidera avrà bisogno di ottenere attenzione e affetto in altri modi. Fare cose insieme per divertimento è estremamente importante. I bambini hanno bisogno di affetto, attenzione e amore così come una pianta ha bisogno di acqua. I bambini hanno bisogno di incoraggiamento. Attraverso l'incoraggiamento, il bambino può sviluppare il coraggio di crescere e maturare per diventare un membro utile e collaborativo del gruppo. Avrà il coraggio di provare cose nuove.

MOTIVAZIONE. Il bambino è l'unico essere sulla faccia della terra la cui mente si sviluppa più velocemente del corpo. Si accorge del fatto che gli altri possono fare cose che lui non può fare. Questa consapevolezza della propria inferiorità costituisce la base della motivazione. Il bambino diventa consapevole che i suoi fratelli maggiori camminano e fanno cose. Il bambino è motivato a fare lo stesso e alla fine raggiunge questo obiettivo. Scopre che la comunicazione è essenziale, quindi ha il desiderio di parlare. Questo è vero per il bambino che, attraverso l'amore, l'affetto e l'accettazione, ha sviluppato il coraggio per raccogliere nuove sfide. Un esempio di bambino scoraggiato è forse un bambino che non impara a parlare, anche se mentalmente e fisicamente dovrebbe essere in grado di farlo. Un esame delle dinamiche messe in atto potrebbe far scoprire che i genitori hanno impedito la normale crescita con le coccole e l'eccessiva viziatura. Forse hanno fatto per lui cose che, avrebbe dovuto fare da solo. Forse non hanno mai permesso al bambino di imparare a parlare da solo, ma hanno anticipato i suoi bisogni e le sue esigenze e non gli hanno mai permesso di provare a superare una prova.

Il bambino sicuro di sé, nella scuola materna, vorrà sostanzialmente imparare nuove cose. Vorrà sapere come usare le forbici e imparare a tagliare. Vorrà sapere come usare le varie attrezzature. Può commettere errori, ma se ha coraggio, la sua motivazione di base è quella del continuo miglioramento e sviluppo. La motivazione per imparare a leggere è insita nel bambino, insieme al coraggio e al sentimento di valore.

L'unica forza dinamica [che si colloca] dietro la motivazione è quella dell'inferiorità. L'uomo, a causa della sua inferiorità nella comunicazione, ha sviluppato dispositivi come la radio e la televisione. La stessa forza alimenta il desiderio di raggiungere lo spazio. L’alunno della scuola materna ha dietro di sé la stessa forza, che genera la motivazione per raggiungere nuove vette, per così dire.

 

CONSIDERAZIONI GENERALI E SPECIFICHE

Abbiamo esaminato alcuni concetti che offrono dei fondamenti per la comprensione e un aiuto per far crescere l’alunno della scuola materna. Sebbene l'accento sia stato posto sul bambino che si comporta male, gli stessi principi generali si applicano a tutti i bambini. È bene sottolineare che in questo breve articolo sono stati toccati solo i punti salienti di questo approccio. La bibliografia suggerisce letture che riempiranno molte delle aree mancanti e forse chiariranno punti o concetti che possono apparire sfocati a causa dell’eccessiva semplificazione.

Gli esempi che seguono sono specifici dei comportamenti scorretti che non sono così infrequenti nell'alunno della scuola materna. Essi sono seguiti da suggerimenti riguardanti un'azione o serie di azioni, basate sui concetti precedentemente discussi.

IL BAMBINO CHE PIANGE IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA, PERCHE’ NON VUOLE ANDARE A SCUOLA.

La maggior parte degli insegnanti di scuola materna ha vissuto questa situazione. Di solito, il bambino si aggrappa alla madre, singhiozzando “rumorosamente”, mentre la madre sembra imbarazzata e indica al bambino quanto è bella la scuola, ecc. L'insegnante cerca anche di rassicurare il bambino, sottolineando come sia meravigliosa la classe, ecc.

Commento:

È evidente dai sintomi espressi che il bambino ha coinvolto uno o forse entrambi gli adulti nel comportamento manipolativo. Più la madre persuade e supplica, più il bambino oppone resistenza. A seconda dell'intensità del coinvolgimento della madre con il bambino, sarebbe bene non reagire alle lacrime del bambino o ad alcuno dei suoi comportamenti, ma piuttosto prendere il bambino per mano con fermezza e senza emotività e portarlo in classe. Parlare, supplicare, ecc., non serve a nulla perché questo è ciò che il bambino vuole. Se l'intensità del coinvolgimento è tale da provocare una scenata o una guerra aperta con i suggerimenti forniti prima, allora sarebbe meglio, con calma e fermezza, mandare la madre (o il padre) a casa con il bambino e organizzare in un secondo tempo la discussione del problema con i genitori. All’incontro con i genitori, il punto principale dovrebbe essere quello di discutere lo scopo del comportamento del bambino e magari incoraggiare i genitori a lasciare che il bambino sviluppi più coraggio.

La cosa importante da ricordare nelle situazioni sopra descritte è che l'insegnante si concentri sul problema principale: quello di portare il bambino a scuola o in classe. Le questioni secondarie quali pianto, maleducazione, insolenza, ecc., hanno ben poco significato in relazione al vero problema, che il bambino sta sfoggiando un repertorio; tecniche per ottenere ciò che vuole resistendo a ciò che l'autorità vuole. È abbastanza probabile che se l'insegnante riesce a trasmettere ai genitori del bambino che viene rispedito a casa, che non dovrebbero dire altro sull'incidente - non perorare o parlare - o discutere la situazione in qualsiasi forma -- il bambino potrebbe decidere da solo, di ritornare a scuola il giorno seguente.

IL BAMBINO CHE DOPO MOLTE SETTIMANE DI SCUOLA DECIDE DI NON ANDARCI PIU’

Si rifiuta di vestirsi; resiste ostinatamente ai tentativi da parte dei genitori di mandarlo a scuola; usa molte ragioni per non andare, odia la scuola, l'insegnante è ingiusto, non gli piace la scuola, odia imparare e così via.

Commento:

Le ragioni espresse dal bambino per non voler andare a scuola coincidono abbastanza bene con le ragioni consapevoli e verbalizzate dal genitore secondo cui il bambino dovrebbe andare a scuola - o motivi che potrebbero non essere espressi così apertamente ma comunque colti dal bambino. Un buon elemento da ricordare è che il bambino è probabilmente più consapevole delle aree vulnerabili del genitore rispetto al genitore stesso. Il figlio del maestro di scuola potrebbe usare una scusa o una buona ragione per sostenere che non vuole imparare in quanto l'educazione non è importante (usando la sua stessa terminologia), così come il figlio del medico che potrebbe scoprire che la scuola contiene alcuni germi sgraditi e quindi sarebbe meglio evitare la situazione. Se il genitore o l'insegnante cadono nella "trappola" che è stata costruita per loro, hanno perso.

Il bambino non è molto interessato agli obiettivi a lungo termine dell'educazione; piuttosto, è più interessato alla risposta immediata dell'autorità. Se riesce a controllare l'autorità in una situazione di contrattazione, "riesce a tenere il mondo in mano". Un nuovo giocattolo potrebbe consentire la cooperazione per circa un giorno, ma in breve tempo dare sempre nuovi giocattoli (o accettare i ricatti) potrebbe far raggiungere, a livello familiare, il debito di una nazione. Supponiamo che ai genitori non possa importare nulla se il bambino torna a scuola oppure no? In altre parole, supponiamo che il problema venga rimandato al bambino? Se non è andato a scuola, deve rimanere a casa - perché questa è la regola. La conseguenza naturale della situazione è che perde ciò che sta succedendo, ma soprattutto ha perso il controllo o il potere sull'autorità adulta. Lo scopo di non voler andare a scuola non è quello di non sopportare la frequenza scolastica, ma piuttosto quello di dimostrare il suo potere nei confronti dell’autorità. Il modo più semplice per ottenere successo è quello di creare un problema in cui il bambino detiene il potere. A meno che il bambino non sia veramente disturbato, o che il suo bisogno di controllare la situazione sia così grande da oscurare la sua fondamentale responsabilità sociale, tornerà a scuola molto rapidamente - a condizione di non aver successo con il suo comportamento manipolativo.

In conseguenza del potenziale potere che il bambino ha in tali situazioni, il genitore o l'educatore insicuri possono diventare un facile bersaglio per lui. Non è insolito che il genitore si arrenda facilmente perché sente che se il bambino non va a scuola dimostra certamente quanto sia impreparato come genitore. L'insegnante vulnerabile può giungere in fretta alla conclusione che deve dimostrare quanto sia desiderabile per il bambino essere nella sua classe. Certamente è possibile forzare il bambino a venire a scuola. La madre può "trascinare" e "tirare"; l'insegnante può "trattenere" e "forzare"; e papà può enunciare ultimatum educativi... Chi vince?

IL BAMBINO CHE NON VUOLE PARLARE

Commento:

Un bambino con questo sintomo manca di coraggio per partecipare attivamente ad attività socialmente accettate. Lo scopo di questo sintomo può essere un modo per evitare un possibile fallimento. Se dice qualcosa, potrebbe sbagliarsi; ma se non dice nulla, non può sbagliarsi. Far parlare il bambino o fare pressione per ottenere una risposta non può che rinforzare l’obiettivo sbagliato del bambino. Però, fargli capire, in una situazione di gruppo, quanto sia inutile o privo di senso rifiutarsi di parlare, potrebbe far emergere un'aggressività positiva. Un bambino del genere ha bisogno di parecchio incoraggiamento, ma non ha bisogno di un rafforzamento del suo comportamento sociale. Se non vuole parlare, questo è il SUO problema, e attraverso l'incoraggiamento può diventare il suo problema e forse può svilupparsi in lui la forza per fare qualcosa in merito al problema. La forza non si svilupperà mai se il bambino riuscirà a ottenere rinforzo per la sua mancanza di coraggio attraverso l'autorità dei genitori e degli insegnanti che tentano di farlo parlare ed esprimono un sentimento di dispiacere per il “povero bambino”. Concretamente, l'insegnante può accettare il bambino per quello che è in quel momento. Se non vuole parlare, ... "pazienza";  però, l'insegnante offre molte opportunità informali per far parlare il bambino, se lo desidera. Opportunità incoraggianti, ma non opportunità insistenti. Il suo silenzio significa molto poco per le persone coinvolte - le conseguenze o il coinvolgimento dell'autorità sono vani se il bambino non dice nulla; ma d'altra parte, ha tutto da guadagnare se parla. L'insegnante potrebbe chiedere "Vuoi un quaderno rosso o verde?" Nessuna risposta significa nessun quaderno: una risposta significherebbe un quaderno del colore che preferisce. Questa strategia non si può realizzare dall'oggi al domani; però, i progressi sono più gratificanti ed evidenti se l'insegnante è in grado di tenere costantemente presente che è utile non agire o non rafforzare lo scopo di un particolare sintomo.

IL BAMBINO CHE SI RIFIUTA DI PROVARE INTERESSE.

Commento:

La testardaggine o l’opposizione sono spesso comportamenti attraverso i quali il bambino esprime il proprio potere. È bene ricordare di non ingaggiare una lotta di potere con i bambini, perché in realtà loro sono più forti.

Il bambino impegnato in una lotta di potere non si assume la responsabilità delle conseguenze e userà qualsiasi strumento a sua disposizione. Ovviamente, l'autorità grazie ad una maggiore forza fisica può piegare temporaneamente il bambino alla sua volontà, ma anche in questa situazione il bambino ha vinto e la situazione successiva che coinvolge il bambino e l'autorità sarà più difficile da gestire. In classe, se il bambino rifiuta di pensare, lo si può mettere di fronte alle conseguenze delle sue azioni che, per quanto possibile, colloca la responsabilità del comportamento scorretto sul bambino stesso. I bambini che vanno matti per il potere sono immediatamente smascherati dal loro comportamento scorretto. Il loro obiettivo è ottenere e mantenere il controllo sul proprio ambiente. A scuola, forse è per obbligare l'insegnante a occuparsi sempre di lui – fare arrabbiare l'insegnante - approfittare del tempo dell'insegnante per il proprio tornaconto personale, e così via. Se l'insegnante allontana immediatamente il bambino dall'aula quando il suo comportamento scorretto è evidentemente dannoso per l'insegnamento, il bambino non ottiene ciò che vuole. Questo è particolarmente vero quando si usano le emozioni al minimo. Il concetto base in questo tipo di situazione consiste nel NON lasciarsi coinvolgere in una lotta di potere. Forse il bambino si rifiuta di ripulire il pasticcio che ha fatto - chiede con sfida che l'insegnante "lo faccia". Sarebbe meglio ignorare la situazione e non intervenire con autorità, ma la conseguenza è che il bambino non può partecipare a nessun'altra attività fino a quando non finisce il suo lavoro.

IL BAMBINO CHE PARLA CONTINUAMENTE, DISTURBA, SI COMPORTA IN MODO SCIOCCO, ECC.

Commento:

Normalmente, lo scopo di tale comportamento è quello di attirare l'attenzione. Se ottiene attenzione per il suo comportamento scorretto, è temporaneamente soddisfatto, ma vorrà di più fino a quando non raggiungerà il punto in cui l'unico modo per attirare l'attenzione è quello di comportarsi male. In generale, invertire la situazione può aiutare il bambino. Ricevere poca o nessuna attenzione quando si comporta male ma ottenere la sua parte di attenzione positiva quando segue le regole.

 

AFFERMAZIONI CONCLUSIVE

Alcune situazioni relative al comportamento scorretto dei bambini sono state esaminate in termini di scopi personali. Sarebbe impossibile elencare ogni possibile tipo poiché il numero supererebbe quello dell'infinito. Il tipo di comportamento non è importante quanto lo è invece lo scopo che sta dietro di esso, e in senso lato, lo scopo che sta dietro ogni comportamento è quello dell'individuo che cerca di trovare un modo per superare i suoi sentimenti di inferiorità. Il bambino con un autentico sentimento di adeguatezza e sicurezza di sé affronterà la sfida in modi socialmente utili e collaborativi. Supererà la sua inadeguatezza nella lettura imparando a leggere. Il bambino scoraggiato cercherà la via di uscita più rapida e semplice. Potrebbe tentare di dimostrare la sua superiorità non imparando a leggere, sabotando tutti i tentativi da parte dell'autorità di farlo leggere.

L'insegnante della scuola materna dovrebbe essere consapevole e accettare il fatto che non è stata lei a generare lo scoraggiamento nel bambino. Piuttosto, questo ha avuto origine durante i primi quattro o cinque anni di vita del bambino. Però, l'insegnante può incrementare l'intensità dello scoraggiamento diventando parte di esso, oppure può aiutare il bambino a sviluppare un’immagine migliore di sé stesso, attraverso il reindirizzamento dei suoi obiettivi verso una direzione più positiva. Il bambino può cambiare se comprende gli errori del suo comportamento scorretto e ha il coraggio di provare modi nuovi e socialmente più accettabili. Uno dei fattori più importanti è dare ai bambini gli strumenti per sviluppare coraggio. Se il bambino perde la speranza, non vorrà mai accettare nuove sfide. Manterrà le sue vecchie modalità comportamentali e non vorrà mai rinunciarvi, sia attraverso la fuga e l’evitamento, sia attraverso la sopraffazione sul suo ambiente o altro - non cambierà mai se ha perso la speranza. Ci sono molte situazioni difficili che il bambino deve affrontare mentre cresce, ma non deve mai rinunciare o perdere la speranza.

In un programma di ristrutturazione del comportamento scorretto del bambino, la situazione familiare non può essere separata dalla scuola. Ciò che è accaduto e sta accadendo a casa si riflette nelle azioni del bambino a scuola. Se i genitori usano molta coercizione, sia fisica che emotiva, per far sì che il bambino stia attento e si adegui, l'insegnante della scuola materna dovrà confrontarsi con un allievo che si aspetta e chiede lo stesso a scuola. Pertanto, è di fondamentale importanza che anche i genitori vengano aiutati a comprendere lo scopo del comportamento del loro bambino. Gli stessi concetti precedentemente discussi si applicano ugualmente alla situazione familiare. I bambini non sono essi stessi consapevoli dello scopo del loro comportamento negativo. Se si raggiunge la consapevolezza, lo scopo perde la sua forza. Ad esempio, a scuola l'insegnante potrebbe chiedere in modo casuale al bambino se è possibile che si stia comportando in modo tale da attirare l'attenzione dell'insegnante. A casa, la madre potrebbe suggerire al bambino che il suo comportamento scorretto potrebbe essere un modo per infastidirla, soprattutto se è infastidita da ciò che il bambino sta facendo. Mai accusare o comunicare freddamente senza mezzi termini l’interpretazione del comportamento scorretto del bambino, perché senza dubbio la negherà o diventerà difensivo. Nel migliore dei casi, è soprattutto una questione di bisogno di conoscere da parte dell'autorità.

La costellazione familiare può essere un fattore di scoraggiamento per il bambino. Potrebbe, ad esempio, essere figlio unico; oppure potrebbe essere il figlio maggiore detronizzato dai fratelli più piccoli. Potrebbe essere un bambino di mezzo in competizione per superare il fratello maggiore, e un fratello più giovane che spinge dietro di lui. Potrebbe essere il più giovane e forse ha smesso di provare a competere con i suoi fratelli maggiori; o potrebbe essere un ragazzo che ha solo sorelle; o una ragazza che ha solo fratelli. Conoscendo la costellazione familiare, l'insegnante è avvantaggiato per capire il bambino e aiutarlo in modo efficace.

Altri fattori che potrebbero contribuire allo scoraggiamento del bambino sono essere un bambino molto bello la cui bellezza è stata sfruttata a tal punto da pensare, che l'unico contributo che deve dare alla società è la sua bellezza. Anche i problemi fisici, reali o immaginari, possono essere fattori importanti. A causa di qualche handicap, i genitori possono ostacolare e interrompere lo sviluppo del bambino, in quanto il dispiacere che provano per lui li fa agire con iperprotettività.

Quando le autorità (genitori e insegnante) hanno deciso di adottare un piano d'azione per reindirizzare gli obiettivi del bambino, è importante essere consapevoli del fatto che il bambino si sentirà riluttante a rinunciare a qualcosa di familiare. (Ciò non significa che non vuole, a meno che non sia diventato così scoraggiato da aver rinunciato a tutte le speranze di riuscire in modi più utili [socialmente]. In tal caso, si consiglia di richiedere un aiuto professionale esterno.) Se, ad esempio, il bambino viene a conoscenza (e questo avviene immediatamente) che il suo comportamento non sta ottenendo i risultati che vuole – ad es. l’insolenza non fa arrabbiare i genitori - intensificherà il suo comportamento scorretto nel tentativo di riprendere il controllo. Il bambino che è stato coccolato e iperprotetto si preoccupa quando sua madre non lo veste più al mattino per andare a scuola e senza dubbio diventerà più dipendente nel tentativo di mantenere le vecchie abitudini. Il bambino può persino sviluppare sintomi di stanchezza e mostrare estrema insicurezza nel fare cose che aveva fatto in passato. È il momento in cui le autorità (genitori e insegnanti) devono dimostrare da parte loro grande forza e concentrarsi sulla cosa specifica che stanno cercando di fare. Il bambino, con intelligenza, farà di tutto per conservare ciò che gli è familiare. Più il bambino è scoraggiato, più riluttante sarà a rinunciare al suo modo di vivere. Normalmente, all'età della scuola materna non è raro vedere cambiamenti piuttosto importanti entro pochi giorni. La maggior parte dei cambiamenti avviene entro una settimana.

L'insegnante della scuola materna, può a volte, confrontarsi con un bambino così scoraggiato da essere considerato emotivamente disturbato. In tali casi, si stabilirebbe pochissima, o addirittura nessuna comunicazione tra il bambino e l'autorità. Il bambino può essere così chiuso in sé stesso che nessuno stimolo può avere effetto su di lui; oppure può essere così ossessionato dal potere che tutti gli sforzi fatti dall’autorità non producono alcun effetto. In tali casi, è consigliabile richiede un aiuto professionale.  Sarebbe necessario, in questo caso, rivolgersi allo psicologo della scuola.

Per sviluppare coraggio, il bambino ha bisogno di amore, calore e affetto. Deve sentirsi accettato per quello che è ora, non per quello che potrebbe essere. Deve ricevere fiducia e, a sua volta, imparare a dare fiducia. Ha bisogno di orientamento e di guida. Per seguire le regole, deve esserne informato. Deve sviluppare il coraggio di essere imperfetto in modo da poter imparare e trarre profitto dai suoi errori. La creatività è connaturata ai bambini piccoli e non deve essere soffocata CERCANDO DI FARLI ADERIRE AL modello che i genitori hanno in mente. I bambini fondamentalmente e in modo istintivo vogliono imparare a comportarsi, apprendere e collaborare.

Come si può vedere, l'insegnante di scuola materna ricopre, probabilmente, uno dei ruoli più importanti nella vita scolastica di un bambino. Non solo è importante che l'insegnante conosca i metodi e le tecniche di presentazione ai suoi allievi dei materiali e delle attività, ma è molto più importante che l'insegnante comprenda i bambini.

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

La seguente bibliografia non è del tutto esaustiva né completa. Sono scritti su cui si basa gran parte del materiale di questo documento. Sono raccomandati come lettura di approfondimento da cui è possibile ottenere ulteriori informazioni relative alla psicologia orientata agli obiettivi.

Adler, Alfred, THE EDUCATION OF CHILDREN (First published in 1930, reprinted in 1935, 1947, and 1957) Bradford and Dickens, London, 1957.

Un eccellente libro sia per professionisti che per neofiti. E’ ben scritto e stimola il pensiero.

Adler, Alfred, THE PROBLEM CHILD (The Life Style of Difficult child as Analysed in Specific Cases), Translated from the French by Guy Daniels. Capricorn Books, New York, 1963.

I concetti di Adler vengono alla luce grazie ai suoi rapporti spontanei con i bambini che visitava. "I problemi derivanti dalla costellazione familiare, dalla viziatura da parte di padre o madre, dalla debolezza mentale, dal bagnare il letto, ecc." sono resi comprensibili in un modo quasi artistico.

Adler, Alfred

Tutti gli altri suoi scritti sono anche vivamente consigliati, WHAT LIFE COULD MEAN TO YOU, UNDERSTANDING HUMAN NATURE, THE PATTERN OF LIFE, etc.

Dreikurs, Rudolf, THE CHALLENGE OF PARENTHOOD, New York, Duel, Sloan and Peirce, 1958.

Questo libro, scritto da uno psicologo adleriano contemporaneo, è molto raccomandato ai genitori. Dreikurs suddivide gli obiettivi del bambino in quattro parti e li collega dinamicamente al loro comportamento. Anche i professionisti possono trarre profitto da questo libro molto provocatorio.

Dreikurs, Rudolf, PSYCHOLOGY IN THE CLASSROOM (Newer titles added by editor.)

Questo eccellente libro è stato scritto soprattutto per gli insegnanti. Dimostra, discute e mette in pratica in un contesto educativo i quattro obiettivi del comportamento scorretto.

Dreikurs, Rudolf and Stoltz, Vicki, CHILDREN THE CHALLENGE

Una classica guida per bambini

Dreikurs, Rudolf and Grey, Loren, LOGICAL CONSEQUENCES: A NEW APPROACH TO DISCIPLINE

Un eccellente approfondimento di “Children the challenge”

Dreikurs, Rudolf, Grunwald, Bernice,, and Pepper, Floy, MAINTAINING SANITY IN THE CLASSROOM: ILLUSTRATED TEACHING TECHNIQUES

Una guida pratica per insegnanti, molto ben illustrata.