Principi guida Adleriani per l'educazione dei bambini

Il seguente testo è stato tratto da “The ABC’s of Guiding the child” scritto da Rudolf Dreikurs e Margaret Goldman.

RISPETTO RECIPROCO basato sul presupposto dell’eguaglianza, che è un inalienabile diritto di tutti gli esseri umani. I genitori che esprimono rispetto per il bambino e, nel contempo guadagnano il suo rispetto, insegnano al bambino a rispettare se stesso e gli altri.

INCORAGGIAMENTO implica fiducia e rispetto verso il bambino per ciò che è. Un bambino di solito si comporta male quando è scoraggiato e crede che non può avere successo con comportamenti positivi.

SENTIMENTI DI “SICUREZZA” sono molto soggettivi e non necessariamente si riferiscono alla situazione attuale. La vera sicurezza non si può trovare all’esterno; è raggiungibile soltanto attraverso l’esperienza e la consapevolezza di avere superato le difficoltà.

RICOMPENSE E PUNIZIONI sono obsolete. Un bambino inizia presto a considerare la ricompensa un suo diritto e la chiede per qualsiasi cosa. Considera inoltre la punizione come un alibi che gli dà il diritto di punire a sua volta gli altri e, la ritorsione dei bambini è di solito più efficace della punizione inflitta dai genitori. I bambini spesso si vendicano non mangiando, facendo capricci, trascurando i compiti scolastici o, anche, comportandosi in modo molto provocatorio con i genitori.

CONSEGUENZE LOGICHE E NATURALI sono tecniche che permettono al bambino di esperire il risultato del suo comportamento.

  • Le conseguenze naturali rappresentano la diretta conseguenza del comportamento di un bambino.
  • Le conseguenze logiche sono stabilite dai genitori e sono una diretta e logica conseguenza della trasgressione, e  non è arbitrariamente imposta.
  • Le conseguenze naturali sono di solito efficaci
  • Le conseguenze logiche possono essere applicate soltanto se non si inseriscono in dinamiche di potere, altrimenti possono degenerare in ritorsioni punitive.

Agire invece di parlare è più efficace nelle situazioni conflittuali.  Parlare offre il pretesto per i litigi, attraverso i quali il bambino può sconfiggere i genitori. Se i genitori mantengono un atteggiamento calmo e paziente, egli può, attraverso comportamenti sereni, raggiungere risultati positivi.

Abbandonare il campo rappresenta una controreazione efficace: lasciare il bambino da solo e andare in un’altra stanza risulta molto efficace quando il bambino richiede attenzioni che non gli spettano o cerca di coinvolgere i genitori in una lotta di potere. Spesso il non fare nulla produce meravigliosi risultati.

Fare un passo indietro rispetto alla provocazione ma non dal bambino. Non parlate durante un conflitto. Date attenzione e apprezzamento quando il bambino si comporta bene, ma non quando lo richiede attraverso un comportamento provocatorio. Minori attenzioni riceve quando si comporta male, maggiori attenzioni sono necessarie quando è collaborativo. A volte sentite che la rabbia potrebbe aiutarvi a lenire le vostre tensioni ma questo, non insegna al bambino, ciò che voi ritenete sia necessario per lui imparare.

Non interferire nei litigi dei bambini. Permettendo ai bambini di risolvere da soli i loro conflitti, essi imparano ad andare d’accordo meglio. Molti litigi hanno l’obiettivo di coinvolgere i genitori e se, separate i bambini o vi comportate da giudici cadete nelle loro provocazioni, incentivandoli a litigare di più.

Litigare richiede cooperazione. Di solito si pensa che la collaborazione riguardi soltanto le relazioni positive. Quando i bambini litigano stanno anche cercando di collaborare attraverso uno sforzo reciproco. Spesso il bambino più piccolo e fragile provoca il litigio in modo da indurre i genitori a sgridare il bambino più grande. Quando due bambini litigano, entrambi partecipano al litigio e ne sono egualmente responsabili.

Ritagliatevi il tempo necessario per insegnare ed educare il bambino ad acquisire le necessarie abilità e comportamenti. Non cercaTe di educare un bambino   in un momento conflittuale o di fronte ad altri. Il genitore che “non ha tempo” per educare il bambino spenderà molto più tempo a correggerne i cattivi comportamenti.

Non fate mai per un bambino cio’ che potrebbe fare da solo. Un bambino dipendente è anche un bambino richiedente. I bambini diventano irresponsabili soltanto quando falliamo nel dare loro le opportunità di assumersi delle responsabilità.

L’iperprotezione rende il bambino debole. I genitori pensano di dare affetto quando agiscono per conto del bambino, ma di fatto privano il bambino del diritto di imparare e crescere. I genitori hanno un pregiudizio irragionevole nei confronti dei bambini, in quanto pensano che essi non abbiano la capacità di comportarsi in modo responsabile. Quando i genitori iniziano ad avere fiducia nella capacità dei loro figli di essere responsabili e glielo consentono, i bambini si assumeranno la loro parte di responsabilità.

Genitori iperresponsabili spesso creano figli irresponsabili. I genitori che agiscono per conto dei figli o ricordano loro ciò che devono fare, li incoraggiano ad essere irresponsabili. I genitori devono imparare a “pensare ai fatti propri” e devono lasciare che il bambino impari dalle conseguenze logiche delle proprie azioni.

Distinguere tra attenzioni positive e negative, se si vuole incidere sul comportamento dei bambini. Quando i bambini si sentono incapaci di guadagnarsi attenzioni positive, e considerano l’indifferenza intollerabile, allora si dirigono verso attività dalle quali possono ottenere un’attenzione negativa, in quanto essa rappresenta l’evidenza che sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo.

Capire l’obiettivo del bambino. Ogni azione del bambino ha sempre un obiettivo. L’obiettivo di base è di conseguire un significato e un proprio posto all’interno di un gruppo. Un bambino ben inserito trova la sua strada verso l’accettazione sociale mediante la cooperazione con i requisiti del gruppo e attraverso il suo utile contributo. Il bambino che si comporta male sta ancora cercando, in modo sbagliato, di sentirsi importante nel suo mondo personale. Per esempio, un bambino a cui non è mai stato consentito di vestirsi da solo (perché i genitori “vanno di fretta”), che non gli è mai stato chiesto di aiutare in casa (“non sei grande abbastanza per apparecchiare”), può non avere la percezione di essere un membro utile e collaborativo all’interno della famiglia, e può sentirsi importante soltanto attraverso cattivi comportamenti che provocano la rabbia e il nervosismo dei genitori.

I quattro obiettivi dei cattivi comportamenti. Il bambino è di solito inconsapevole dei suoi obiettivi. Il suo comportamento per quanto illogico agli altri, è coerente con la sua personale interpretazione del posto che occupa nel gruppo familiare.

  • Richiesta di attenzione: vuole attenzioni e supporto. I genitori reagiscono con nervosismo, criticandolo e cercando di persuaderlo.
  • Potere: vuole essere il capo. I genitori si sentono provocati ed entrano in un contesto di potere con lui “non puoi averla vinta”
  • Vendetta: vuole ferire i genitori, i quali reagiscono sentendosi profondamente feriti e comportandosi “allo stesso livello”
  • Ostentazione di inadeguatezza: vuole essere lasciato solo, e non vuole che gli si facciano delle richieste. I genitori reagiscono con disperazione “Non so cosa fare”

Se il primo impulso dei genitori è di reagire in uno di questi quattro modi, possono essere sufficientemente  sicuri di aver  scoperto l’obiettivo del cattivo comportamento del figlio.

Un bambino che vuole avere potere di solito ha un genitore che cerca, a sua volta, potere. Un individuo non può litigare da solo; quando un genitore impara a non fare nulla in un contesto di potere (ad arretrare, per esempio), neutralizza il potere del bambino, e può iniziare a costruire con lui una relazione più sana. L’utilizzo del potere insegna ad un bambino che soltanto la gente forte può ottenere ciò che vuole.

Le abitudini non vengono mantenute se perdono i loro obiettivi, i loro benefici. I bambini tendono a sviluppare cattive abitudini quando ottengono benefici da attenzioni negative.

Minimizzare gli errori. Commettere errori è umano, e si deve avere il coraggio di essere imperfetti. Anche il bambino è imperfetto e, non si deve prestare troppa attenzione e preoccupazione agli errori. Occorre costruire sugli aspetti positivi e non su quelli negativi.

Il Consiglio di famiglia fornisce a ciascun membro l’opportunità di esprimere liberamente se stesso su tutte le questioni difficili e piacevoli che riguardano la famiglia. L’enfasi dovrebbe essere su ciò “che noi insieme possiamo fare per risolvere la situazione”. Riunirsi regolarmente alla stessa ora ogni settimana, ruotare “il presidente”, tenere il tempo, stabilire una votazione paritaria per ciascun membro, richiedere il consenso e non un voto di maggioranza per ciascuna decisione.

Divertirsi insieme aiuta a sviluppare relazioni familiari basate sul divertimento, il mutuo rispetto, amore e affetto, confidenza reciproca, fiducia, e senso di appartenenza. Invece di parlare per lamentarsi, sgridare, predicare e correggere, utilizzare le parole per mantenere una relazione amichevole. Parlate al bambino con lo stesso rispetto e considerazione che  rivolgereste ad un buon amico.